“Qualità dell’opera pubblica”, Lorenzo Mattioli: “Pandemia banco di prova”

Rassegna stampa, 14/12/2020

“Credo che in questo momento storico, mettere intorno ad un tavolo gli attori della ripartenza sia quanto mai utile per disegnare gli scenari futuri nel Paese”: a dichiararlo è Lorenzo Mattioli, Presidente di Confindustria Servizi HCFS, intervenuto al TALK on WEB “Qualità dell’opera pubblica e la qualificazione delle imprese: modelli a confronto”, promosso dalla Fondazione iFEL di ANCI. La tavola rotonda, trasmessa in diretta streaming lo scorso 4 dicembre, è stata l’occasione per discutere sulla qualità della spesa pubblica e sulle proposte per migliorare il sistema degli appalti pubblici. Inoltre, durante l’evento, è stata presentata una ricerca a livello nazionale ed europeo a cura di CRESME, che ha preso in esame fattori quali l’evoluzione delle tecnologie e la digitalizzazione come strumenti a servizio dei processi di esternalizzazione. “Mi fa piacere poter rappresentare in questa sede un settore, come quello dei servizi, che per certi versi è stato riscoperto durante la pandemia – ha continuato Lorenzo Mattioli – e che, come federazione confindustriale, abbiamo fatto emergere nel dialogo costante con le istituzioni ed in un racconto quotidiano arrivato all’opinione pubblica senza quelle distorsioni che, per anni, hanno mostrato un lato poco edificante, per non dire opaco, delle imprese labour intensive”. Distorsioni che secondo il manager rientrano tra le cause della spending review che ha colpito il settore negli ultimi dieci anni: “Questo non è più accettabile: la stima di occupati nei servizi supera le sedici milioni di unità rappresentando il 70% dei lavoratori del Paese, crescendo, nell’ultimo decennio, di circa sette punti percentuali pari ad un milione di unità”. Una crescita che conferma la fase di maturità del settore dei servizi, oggi messo ancora più alla prova dalla pandemia da Covid-19. Le imprese, secondo il manager, si sono dimostrate flessibili e resilienti, nonostante l’abbassamento della domanda di servizi in settori come turismo e scuola. Tuttavia, sebbene ci sia una maggiore consapevolezza sull’importanza della qualità delle prestazioni offerte, in particolare in ambito sanitario, non si è assistito ad un adeguamento da parte delle istituzioni: “A livello legislativo e regolatorio notiamo uno scarso riconoscimento del valore dei servizi: le criticità di un codice degli appalti molto ‘lavori-centrico’ hanno lasciato spazio, e continuano a lasciarlo, a pratiche di dumping da noi sempre denunciate. Si assiste ancora all’inquinamento del mercato per via delle gare al massimo ribasso, per via di una committenza ancora troppo frammentata”. Un sistema che secondo Lorenzo Mattioli va riformato, approfittando delle opportunità date dal Recovery Fund: “Occorre alzare l’asticella del valore, poiché il ribasso influisce immediatamente sul costo del lavoro e questo non è ammissibile: il variegato universo dei Servizi rappresenta l’ossatura economica del Paese. La Federazione non smette di essere il pungolo per le istituzioni: abbiamo e continuiamo a proporre una legge quadro sui Servizi rimasta solo in bozza. Per rendere la nostra proposta efficace – ha concluso il Presidente di Confindustria Servizi HCFS – si dovranno rivedere le regole degli appalti, cogliendo la specificità e la complessità dei Servizi se si vuole tutelare un settore che contribuisce al prodotto interno lordo in maniera sempre più significativa”.