La fine della consiliatura in seno al Fondo ASIM collima con un periodo storico, economico e sociale che nessuno di noi avrebbe mai immaginato. Innegabilmente il mondo delle imprese ha vissuto, come del resto ogni attività umana, una fase prepandemica e una, ancora in corso, che non può ancora definirsi conclusa. Lo vorremmo tanto, ma ancora stiamo attraversando un momento delicato, preoccupati sia per l’andamento dell’economia, sia per quello ancor più vasto e importante, rappresentato dalla salute di tutti noi. Posso dire, non senza orgoglio, che dal punto di vista delle imprese, la pandemia ha rappresentato un momento di presa di coscienza del ruolo di un intero Comparto sia all’interno dell’economia del Paese, sia dal punto di vista sociale e della pubblica utilità. Molti servizi sono stati essenziali per consentire di lavorare in sicurezza anche durante il lockdown, e lo stesso è accaduto nella fase di ripartenza: non ci siamo fermati un attimo e non ci fermeremo nonostante l’incertezza derivata dalle scelte governative ancora poco chiare in tema di lavoro e ammortizzatori sociali.
Resilienza, parola forse abusata, ma è proprio di questo che parliamo: abbiamo fatto fronte, grazie a capacità organizzative e gestionali, alla più grande crisi della nostra recente storia. Abbiamo superato la crisi del primo lockdown con la difficoltà a reperire mascherine e dispositivi di protezione, abbiamo lavorato in trincea senza alcuna precedenza nelle vaccinazioni. Questo solo per citare le difficoltà più evidenti, di fronte alle quali lo sforzo delle istituzioni per venirci incontro è stato minimo. Il virus è stato un grande nemico, e nonostante questo le nostre imprese hanno retto e i nostri lavoratori sono stati protetti: del 4% degli infortuni COVID nei Servizi, tocca in minima parte gli addetti alle pulizie o nelle mense. Avremmo preferito zero contagi, ma i dati parlano di grande attenzione da parte nostra. Di pari passo non è mancato, da parte del Fondo, lo spirito solidaristico e la funzione di assistenza che lo caratterizzano da sempre. Ruolo che durante la pandemia ha avuto un fondamentale rilievo, assumendo l’onere di scelte coraggiose. La consiliatura si chiude in un momento che potremmo definire di transizione per tutti, all’insegna del “nulla sarà più come prima”, ma questo senso di novità deve spingerci, tutti, a scelte ancor più coraggiose. Per fare meglio, per gestire in maniera responsabile le risorse che vengono affidate al Fondo nella piena trasparenza e con la piena fiducia di quanti, al Fondo ASIM, aderiscono con lealtà e convinzione.
Oggi il Fondo rappresenta più che mai una certezza per le imprese e per i lavoratori del Multiservizi: si è creato un sistema virtuoso di gestione dei dati che ci permette di avere una conoscenza precisa della platea di riferimento, consentendoci di programmare scelte strategiche nel medio e lungo termine, a partire dal Piano sanitario che deve essere adeguato alle esigenze dei nostri lavoratori. Importante anche l’attività di comunicazione portata avanti in questi anni grazie alla campagna nazionale che ha fatto conoscere il lavoro e l’importanza del Fondo stesso. Senza dimenticare quanto fatto per tutelare e valorizzare il patrimonio di Fondo ASIM, citando, ad esempio, i 900mila euro di minori costi previsti per la gestione del patrimonio. Un dato che racconta meglio di altri le capacità manageriali del Fondo che, ricordiamo, appartiene a tutti gli iscritti, ovvero il 70% dei lavoratori con contratto Multiservizi. Abbiamo perciò pensato di rendere ancora più capillare la presenza del Fondo ASIM in tutto il territorio nazionale attraverso il progetto “Totem”, che consiste nel posizionamento strategico all’interno delle sedi di aziende aderenti e parti sociali di totem interattivi attraverso i quali gli iscritti potranno interagire direttamente con il Fondo, reperendo informazioni, inoltrando richieste e inviando documentazione. Il progetto avrà anche come risultato il rafforzare l’immagine di aziende e parti sociali agli occhi dei lavoratori stimolando la presa di coscienza di questi ultimi dell’esistenza di questa importante componente del welfare aziendale.
È con questi risultati e questi progetti che volevo salutare e ringraziare tutti per il grande lavoro svolto a servizio di un intero comparto che non può rimanere nell’ombra, ma deve essere valorizzato e modernizzato.